Emergenze
Progetto aperto

Emergenza terremoto Siria e Turchia

Sostenere le attività di soccorso di UNHCR Italia e da Coopi sui territori siriani e turchi colpiti dal sisma

Il devastante terremoto che il 6 febbraio scorso ha colpito il territorio al confine tra la Turchia e la Siria, ha provocando migliaia di morti, feriti e sfollati.

Per questa nuova emergenza la Fondazione De Agostini ha scelto di sostenere le attività di soccorso alle popolazioni coinvolte, prontamente attivate da UNHCR Italia (United Nations High Commissioner for Refugees) e da Coopi – Cooperazione Internazionale ONG, entrambe già presenti su questi territori.

UNHCR

Il 10 febbraio si contavano 20.000 morti nei due paesi, con decine di migliaia di feriti, ma i numeri delle vittime hanno continuato a salire. Le case e le infrastrutture sono state gravemente danneggiate e molti edifici sono crollati o sono diventati strutturalmente instabili. Anche le strade e le reti di telecomunicazione sono state colpite, complicando le operazioni di ricerca e soccorso.

UNHCR e i partner umanitari sul campo hanno raggiunto tutte le aree colpite con l’assistenza necessaria e le forniture di emergenza: 70.000 kit di articoli di primo soccorso, oltre 20.000 tende, coperte termiche, materassi, set da cucina, teli di plastica, taniche, indumenti invernali e altri articoli salvavita.

Sono state elaborate inoltre linee guida specifiche per il personale impegnato nella protezione dei minori, nella prevenzione e nella risposta alla violenza di genere, nella protezione dallo sfruttamento e dagli abusi sessuali, nel sostegno alle persone con disabilità e agli anziani, e nel pronto soccorso psicosociale.

COOPI

Dal 2016 è attiva con la sua azione umanitaria in Siria, impegnata principalmente nei settori della Sicurezza Alimentare e della Protezione nelle zone rurali di Damasco e Aleppo.

A un mese dal sisma, Coopi ha raggiunto15mila persone, specialmente bambini, donne, anziani e persone con disabilità. In particolare, fornisce kit igienici, cesti alimentari, supporto psicologico-psicosociale in rifugi come scuole, chiese e moschee nelle aree di Kallaseh, SaifAldauleh, AlneilStreet, Jamilie, SulaymanAlhalabi, BoustonAlqasser, QadiAskar.

In tanti sono senza più una casa, senza più effetti personali, soffrendo la fame, il freddo causato dalle basse temperature e traumatizzati per la perdita dei propri cari. Il rischio di epidemie è altissimo.

Iscriviti alla nostra newsletter