Quello che Paolo riusciva a vedere in fondo al tunnel era solo il buio. E il fumo. Quello di tutte le sigarette spente sull’asfalto delle strade di Milano, dove faceva lunghe passeggiate notturne. Perché trasgredire è l’unica cosa che conta per un adolescente come lui, tredicenne confuso.
La scuola non rientrava nel suo orizzonte: “Io non sarò mai come loro! Studiare è una perdita di tempo!”. La sua unica compagnia, un paio di cuffie beats nuovo di zecca, regalo dei suoi genitori, che tentavano ogni approccio per capire loro figlio, entrare nel suo mondo pieno di paura e ansia. Una madre e un padre presenti ma in grande difficoltà, incapaci di trovare un piano comune, un dialogo aperto e sincero.
Paolo si è così ritrovato in un pomeriggio di maggio al CAF, il Centro Aiuto Minori e Famiglie di Milano, che da quarant’anni si occupa di bambini e ragazzi in difficoltà. Nella Comunità Teen del Centro Paolo ha scoperto un mondo nuovo, fatto di rapporti umani veri e sinceri, ha scoperto l’empatia di adulti capaci di parlare con lui, e quella di coetanei con cui condividere i suoi turbamenti adolescenziali, e il disagio di sentirsi cambiare, e crescere. In Comunità Paolo ha imparato che una giornata di sole non vissuta intensamente è una giornata persa, e che dormire di notte serve a prepararsi all’indomani. Alla vita.
La scuola è tornata ad essere un luogo importante, in cui imparare a vivere. Una compagna di classe di Paolo è diventata la sua ragazza e insieme studiano per l’interrogazione di Italiano, che sembra tanto difficile.
Paolo non ha più il viso segnato dal colore violaceo delle occhiaie, che aveva quando era arrivato nella Comunità Teen. Ora sul suo volto c’è il sorriso di un quindicenne, che ha ripreso in mano la sua vita e che è pronto a diventare uomo.