Simone è un ragazzo seguito dai Servizi Sociali da quando aveva sei anni. La scuola aveva segnalato il forte disagio del bambino, la difficoltà nel rispettare le regole, nelle relazioni con i coetanei, con i quali aveva un atteggiamento aggressivo.
Il contesto famigliare del bambino era complicato. Il padre fuori per lavoro tutto il giorno, la madre sofferente di depressione e spesso chiusa in casa, Simone è stato seguito da un educatore domiciliare fino al secondo anno della scuola media. Un percorso scolastico complesso, il suo, segnato da vari provvedimenti di sospensione proprio a causa del suo comportamento e del disagio.
Quando Simone comincia a frequentare un gruppo di ragazzi più grandi, è sempre più difficile per l’educatore costruire un percorso di crescita sereno e di uscita dalle sue difficoltà. Le assenze a scuola sono sempre più frequenti e la terza media si conclude con la bocciatura.
Su invito dei Servizi Sociali, Simone arriva al Centro Diurno “Teen Lab” del CAF – il Centro Aiuto Minori e Famiglie di Milano, che da sempre segue bambini e ragazzi in difficoltà – accompagnato dal padre. È un ragazzo alto e magro, porta una grande felpa e dai pantaloni larghi con il cavallo basso. Il padre dice che Simone non vuole più andare a scuola: “Se non ha nemmeno la terza media non lo prenderà nessuno a lavorare!”. Quando il papà viene fatto uscire dalla stanza del colloquio, Simone dice all’operatrice che “è stato costretto a venire al Centro dall’assistente sociale e da suo padre”. Quando l’educatrice gli chiede che cosa ne pensa delle preoccupazioni di suo papà, Simone alza le spalle; quando gli chiede come vanno le cose a scuola risponde: “Uno schifo! Ma non me ne frega nulla!”. Quando gli viene chiesto cosa gli piace, risponde: “Stare con gli amici”.
In un primo momento, come sempre accade con i nuovi utenti, a Simone vengono presentati i servizi del Centro di aiuto. Gli spiegano che è un luogo dove i ragazzi e le ragazze possono stare con serenità, dove ci sono educatori con grande esperienza che da tanti anni lavorano assieme ai giovani, dove si cerca di stare bene, dove si può trovare un aiuto, un supporto anche per le “cose” complicate della vita, come a volte può essere la scuola.
Dopo una lunga chiacchierata, Simone accetta di provare a frequentare il Centro per un mese, una volta alla settimana. Dice: “Solo per due ore, per fare i compiti!”. La decisione è condivisa con la famiglia e i Servizi Sociali. Simone, come concordato, comincia a frequentare Teen Lab, inizialmente rispettando scrupolosamente quanto deciso, poi le due ore “solo per i compiti” si prolungano fino all’ora della merenda e dopo un po’ di tempo fino al pomeriggio. Un giorno Simone chiede di parlare con Giovanni, l’educatore con cui fa i compiti, ed esordisce dicendo: “Posso venire anche il giovedì? Ho matematica il venerdì a scuola!”.
Adesso Simone frequenta con regolarità il Centro due volte alla settimana, ha sostenuto e superato gli esami di terza media, e si è iscritto a un corso di abilitazione professionale. Continua a frequentare i suoi amici più grandi, tra i quali ci sono Antonio e Diego, che ogni tanto passano a prenderlo e si fermano a bere un tè assieme a Simone e agli educatori.